Una Laurea in lingue straniere, una curiosità innata per le persone e
un Master in gestione delle risorse umane:
è con questo bagaglio che ho preso il largo per cercare il mio posto nel mondo del lavoro .
Prima recruiter per Manpower
poi Branch Manager per Career (Gruppo Adecco ):
la mia full immersion nella ricerca e selezione del personale dura circa 5 anni:
il tempo sufficiente per imparare tutti i trucchi del mestiere e
decidere che è arrivato il momento di prendere il largo.
Nel 2001 mi metto alla ricerca di un nuovo lavoro :
l’obiettivo è quello di occuparmi di risorse umane
a 360 gradi .
L’occasione arriva con Flextronics, multinazionale americana
dove approdo come Responsabile di Selezione Formazione e Sviluppo di un plant
che all’epoca conta qualcosa come 1100 dipendenti.
Nel 2003 Finmek Solutions subentra a Flextronics e
per me arriva un’altra grande occasione:
ricoprire il ruolo di HR Manager.
Il sogno, diventa realtà.
Determinazione e tanta dedizione mi consentono di crescere
professionalmente e a marzo del 2005 mi viene affidato anche
l’incarico di Responsabile di Selezione Formazione e
Sviluppo per il Gruppo Finmek (11 Plant sul territorio nazionale ).
In quel periodo la mia giornata di lavoro è scandita da colloqui di selezione,
giornate di formazione, riunioni con responsabili di linea,
incontri sindacali e circa 120 km al dì per raggiungere la mia sede di lavoro : L’Aquila .
Come in ogni traversata che si rispetti,
non sono mancate improvvise tempeste da cui ho dovuto mettermi al riparo .
Prima donna a ricoprire il ruolo di Hr Manager nella mia azienda,
all’inizio sono in molti coloro che,
dietro un candido sorriso di facciata mi guardano con “circospezione”.
Guadagnarmi la credibilità senza per forza piacere a tutti
sarà la mia sfida più grande .
È questo il momento in cui inizio ad appassionarmi al tema della
leadership femminile:
partecipo a corsi di formazione, seguo numerosi eventi,
divoro ogni genere di manuale sull’argomento
per arrivare ben presto alla conclusione che il tanto vituperato soffitto di cristallo
c’entra solo in parte con la difficoltà delle donne ad emergere in ruoli apicali.
Quando le cose cominciano ad andare meglio
l’azienda entra in amministrazione straordinaria a causa di gravi problemi finanziari.
Scioperi, conflittualità, ricorso a cassa integrazione, mobilità e stipendi in ritardo
sono i temi fissi sulla mia agenda.
Il lavoro che manca spezza tutti gli equilibri nella vita delle persone
con effetti devastanti difronte ai quali non riesco a rimanere impassibile
come il mio ruolo –mi dicono- imporrebbe.
Di lì a poco la motivazione comincia a vacillare .
Cerco allora nuove strade per tenere viva la passione per il mio lavoro:
nascono così le prime collaborazioni con Business School e Università
dove approdo come docente di “Human Resources Management”.
La mattina del 6 aprile 2009
un sisma di magnitudo 6.3 colpisce la città dell’Aquila
spezzando la vita di 309 persone: tra loro, alcuni dei miei colleghi.
Un’esperienza scioccante il cui ricordo porterò per sempre con me .
Cala definitivamente il sipario
sul già pericolante polo elettronico aquilano
e un violento naufragio si abbatte su di me:
la perdita del lavoro.
Non un lavoro qualsiasi
ma quel lavoro che avevo tanto sognato di fare
e per il quale giorno dopo giorno avevo dato tenacemente il meglio di me.
Per un lungo periodo, rabbia e frustrazione
si alterneranno a momenti di totale smarrimento.
Il lavoro ci dà sicurezza spesso senza darci l’opportunità
di realizzare le nostre aspirazioni “nascoste”:
è questa la lesson learned di uno dei periodi più difficili del mio percorso professionale.
È stato allora che ho intrapreso un percorso di
career coaching grazie al quale ho cominciato a
ri-costruirmi partendo da quello che avevo:
la passione per le persone e le organizzazioni,
le mie competenze, la mia esperienza .
Il risultato?
Mi sono rimessa al timone della mia vita .
Ho iniziato ad occuparmi con successo di formazione manageriale
e nel 2010 ho deciso di frequentare un Master in Corporate Coaching
con un obiettivo ben chiaro in testa:
diventare COACH !
Oggi posso dire che il coaching
è stata la mia ancora di salvezza.
Ha cambiato il mio modo di guardare la realtà insegnandomi che è possibile ripartire
anche nelle situazioni più difficili
focalizzandosi su ciò che si ha e
non su quello che manca.
La vita è un viaggio meraviglioso attraverso mete sconosciute alcuni così belle da lasciarci senza fiato altre cupe e desolate in cui è facile smarrirsi. Ho imparato che qualunque cosa accada c’è sempre un alba pronta a regalarci l’opportunità di dare un senso alla nostra vita .
Ogni giorno è un nuovo inizio .
In questa affascinante navigazione l’alba più bella è stata quella che mi ha regalato mio figlio .
Essere madre mi ha arricchito: ha cambiato la mia prospettiva , allargato gli orizzonti ,azzerato ogni tipo di inquietudine.
Mio figlio, con la sua arguzia e la sua instancabile curiosità ,è un faro potente che mi guida verso porti sicuri anche nei momenti più difficili.
Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti.
Tante le cose che hanno accresciuto il mio bagaglio professionale:
esperienza in contesti internazionali, sviluppo di progetti formativi per grandi aziende,
una specializzazione in formazione interculturale .
Oggi con il mio lavoro aiuto le persone a valorizzare le proprie competenze,
a scovare e utilizzare le proprie potenzialità latenti e affrontare al meglio le sfide lavorative : insomma…ad avere successo nel proprio lavoro.
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