La complessità dell’attuale contesto lavorativo richiede alle persone la capacità di sviluppare e aggiornare costantemente il proprio patrimonio di competenze
per adattarsi velocemente ad un ambiente che cambia a ritmi vorticosi ed inarrestabili.
Se la parola d’ordine è imparare lungo tutto l’arco della vita, la formazione assume un ruolo cruciale.
Oggi più che mai ,la formazione è chiamata a promuovere concretamente la crescita dell’azienda e dei suoi collaboratori attraverso interventi mirati in grado di facilitare un apprendimento consapevole e duraturo.
Non solo .
In un momento in cui la tendenza al “cutting-cost” spinge le aziende a ridurre drasticamente
gli investimenti destinati allo sviluppo delle risorse umane a favore di altre voci di costo il cui beneficio risulta più tangibile, la formazione deve produrre risultati concreti e misurabili.
Non c’è dubbio che il cambiamento dei comportamenti lavorativi rappresenta l’indicatore chiave di una formazione efficace e in grado di creare concretamente valore per l’azienda.
Affinché questo si verifichi è però indispensabile abbandonare i tradizionali metodi espositivi che promuovono
un apprendimento per ricezione difficilmente spendibile nel proprio lavoro.
Occorre invece individuare metodologie “experience based” in cui il soggetto, attivo protagonista, apprende attraverso la sperimentazione di
compiti e ruoli agiti solitamente in situazioni reali.
Di questa categoria fa parte il coaching, metodologia che allena l’individuo a sviluppare il proprio potenziale partendo dal presupposto che non
può esistere cambiamento senza volontarietà e responsabilità.
È questa la domanda che più spesso mi viene rivolta da coloro che non ne hanno mai sperimentato la potenza . Ebbene si…tutte le recenti ricerche dimostrano che :
Durante la sessione, il coach si pone in una modalità di ascolto profondo del coachee
fornendo uno spazio protetto entro cui lavorare sui propri obiettivi personali e/professionali .
Il compito del coach è guidare l’individuo verso la scoperta di nuove opzioni,
sfidarla ad individuare da sé le modalità più adatte a raggiungere i propri risultati.
La sessione di coaching si svolge in presenza o via zoom
con incontri della durata di 1 ora e mezza circa,
solitamente a distanza di 2 settimane l’uno dall’altro.
L’intero percorso di coaching può durare fino ad un massimo di 8/10 sessioni .
Tra una sessione e l’altra, il compito del coachee è quello di mettere in pratica il proprio piano d’azione
nei tempi e nei modi concordati:
nel coaching, la responsabilità del risultato finale è del coachee che dunque deve assicurare il massimo impegno nel raggiungere l’obiettivo desiderato .
Se non c’è azione ..non c’è coaching!
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